Quante volte ci siamo trovati a commentare il sapore di un frutto o un ortaggio?
“Questi mandarini sono troppo aspri”, “Questa zucca è dolcissima!”, “Quel cocomero è sfatto!”, “Saporiti questi carciofi!”

Ma quante volte abbiamo bevuto una tazza di tè senza pensarci troppo, tanto “il tè è sempre tè”?
Invece esistono tè di prima qualità e tè scadenti, tè fatti bene e tè fatti male… è un mondo tutto da scoprire!

Sono Valeria, nuora di Gerarda e Marcello, di lavoro faccio l’impiegata, sono mamma di 3 maschietti (casa è sempre un caos) e voglio condividere con voi una delle mie passioni!

6 tipi di tè

Vediamo anzitutto quali tipologie esistono.
Nero: il classico per noi italiani, che la nonna ci proponeva quando stavamo male… le foglie sono ossidate, cioè una volta raccolte diventano marroni, come una mela appena affettata… poi vengono seccate e voilà!
Verde: tutti sanno che fa bene (ed è verissimo) ma forse pochi sanno che si tratta delle stesse foglioline del tè nero, solo non ossidate!
Bianco: il più delicato, nasce da foglie ossidate naturalmente, lasciate essiccare al sole…
Oolong: diciamo una via di mezzo fra il verde e il nero… a seconda di quanto è ossidata la foglia… e qui c’è un mondo di sapori!
Giallo: super pregiato e costoso, questa bevanda è particolare: nasce come tè verde ma viene trattato a temperature tali da esaltare gli zuccheri naturalmente presenti nella foglia e sviluppa un sapore dolciastro superlativo
Scuro: il pu-erh è il più famoso, si tratta non solo ossidati, ma anche fermentati (qui c’è lo zampino dei batteri!): questi sono tè che possono essere conservati anche per decenni!

Come sceglierlo

L’ideale sarebbe rivolgersi a un negozio di fiducia che li vende sfusi, in foglie intere o appena spezzate. Ma se siamo al supermercato e ci assale la voglia…cerchiamo di preferire le bustine piramidali, dove la pianta ha lo spazio necessario per “nuotare” nell’acqua calda e creare la migliore infusione possibile.

Come preparare il tè

Qui ci sarebbe da parlarne per ore, per giorni, ma diciamo che come regola base più la foglia è rotta, meno tempo andrebbe lasciato in teiera/tazza, più la pianta è delicata, meno calda dovrebbe essere l’acqua…
Ad esempio uno nero a foglie intere sopporta acqua bollente e diversi minuti (3, 4, 5) di infusione.
Uno verde va rispettato e infuso per pochi minuti (uno o due) in acqua a meno di 75 gradi… altrimenti diventa amaro!
Per le bustine a cui siamo abituati io direi sì acqua bollente, ma bastano due minuti perché le foglioline sono palline, quasi polverizzate!

Come assaporarlo

L’ideale sarebbe naturale, senza latte o limone o zucchero… ma qualunque siano i gusti, la cosa più importante è che, con tutta la strada che ha fatto (dall’India, Cina, Africa…) merita di essere bevuto con calma e godendoselo!