Se ancora non sapevi che il nichel è contenuto in discrete quantità nel cibo, ora ne sei finalmente al corrente. Tra tutto ciò che poteva esserci negli alimenti, chi si sarebbe mai immaginato di trovarci un metallo pesante? Ebbene sì. Al contrario di ciò che si crede, chi ha sviluppato una sensibilità importante al nichel deve stare piuttosto attento anche alla dieta. Infatti, l’allergia o l’intolleranza al nichel non è solamente da contatto, ma esiste anche quella alimentare. E a preoccupare è la diffusione sempre più rapida e vasta di questo fenomeno. Scopriamo nel dettaglio quali sono le concentrazioni di nichel maggiori nel cibo, quali sono gli alimenti più a rischio e quali, invece, sono considerati più sicuri.

Cos’è l’allergia al nichel e come si manifesta?

Il nichel è contenuto nella maggior parte degli oggetti che utilizziamo quotidianamente, come monete, forbici, pentole, accessori, gioielli ecc. Come abbiamo appena menzionato, esistono due tipi di intolleranze. La più conosciuta ovviamente è quella da contatto che provoca rossore, prurito, eruzioni cutanee, dolore, dermatiti, gonfiore e bruciore. Quella più sottovalutata, invece, è quella alimentare che può causare, a seconda della gravità, comparsa di orticaria, peggioramento di dermatiti, disturbi gastrointestinali, stanchezza, spossatezza e mal di testa.

 

Contaminazione degli alimenti

Esistono alimenti che contengono naturalmente determinate quantità di metalli pesanti, ma, nella maggior parte dei casi, il cibo viene contaminato dal nichel a causa di fattori specifici:

  • Terreno in prossimità di industrie che rilasciano quantità di metalli pesanti e utilizzo di determinati fertilizzanti;
  • Falde acquifere contaminate da materiali di scarto provenienti dal comparto industriale;
  • Acqua piovana che raccoglie il nichel prodotto dall’inquinamento e dallo smog e lo riversa sulle coltivazioni che, a loro volta, lo assorbono dal terreno;
  • Pentole in metallo, alluminio o in teflon che ad alte temperature rilasciano discrete quantità di nichel che poi verrà assorbito dal cibo in fase di cottura. Meglio preferire padelle in vetro pirex e utensili in legno;
  • Scatolette in alluminio o lattine che contaminano, anche in minima parte, il cibo e le bevande al loro interno. Meglio optare per contenitori di vetro o altri metodi di conservazione degli alimenti;
  • Acqua del rubinetto che può contenere qualche residuo di nichel delle tubature. La cosa migliore è farla scorrere prima di utilizzarla.

 

Cibo con maggiori concentrazioni di nichel

Come vedremo, il nichel è contenuto nella maggior parte degli alimenti, in alcuni più di altri. Ci rendiamo subito conto che eliminarli tutti dalla nostra dieta è impossibile. Ciò che possiamo fare, però, è preferire quelli che ne contengono una minima parte, in modo da poter mangiare in tranquillità senza alcun fastidio. D’altra parte, però, è importante sapere che ogni caso è a sé. Per questo motivo, è indispensabile analizzare ogni situazione specifica con il proprio medico che saprà consigliarvi le alternative migliori. Detto questo, vediamo quali sono gli alimenti più a rischio:

  • Cacao e derivati: il cacao e i vari tipi di cioccolato (fondente, al latte, bianco) contengono alte concentrazioni di nichel.
  • Anacardi: tutta la frutta secca, in realtà, contiene questo metallo pesante, in particolar modo gli anacardi, le noci e le nocciole.
  • Pomodori: tra gli ortaggi, i pomodori sono quelli che ne contengono di più. Non dimentichiamo, però, che è presente in discrete quantità anche in cavoli, cavolfiori, broccoli, spinaci e finocchi. Invece, quelli più salutari e a basso rischio sono la zucca, le zucchine, le melanzane e i peperoni.
  • Legumi: tutti i legumi contengono nichel, in particolare le lenticchie, i ceci, la soia e i fagioli.
  • Frutta essiccata: ne contiene discrete concentrazioni dovute principalmente al processo di lavorazione.
  • Bevande in lattina e cibo in scatola: come già detto, questi contenitori possono rilasciare significative quantità di nichel. È meglio acquistare gli stessi prodotti in confezioni alternative.
  • Cereali: contengono una certa quantità di nichel, specialmente il mais, l’avena, il miglio e il grano saraceno.
  • Pesce: discrete concentrazioni le troviamo nei frutti di mare come cozze e ostriche, ma anche nel salmone, nei gamberi, nello sgombro e nell’aringa.