Non tutti, purtroppo, sono a conoscenza delle quantità di agenti inquinanti presenti in frutta e verdura. Se è vero che mangiarne a volontà fa bene, è altrettanto vero che per essere davvero salutari dobbiamo sapere scegliere determinate varietà e prodotti. La sicurezza alimentare è un tema che sta sempre più a cuore alle persone, dalle autorità competenti al consumatore finale. Per questo motivo, gli alimenti, prima di arrivare sulle nostre tavole, subiscono rigorosi controlli. Ma è possibile che qualche prodotto sfugga a queste verifiche? Quali sono, in realtà, gli agenti inquinanti e le componenti nocive presenti in frutta e verdura? E, soprattutto, come possiamo tutelarci al fine di evitare queste sostanze che potrebbero provocare danni alla nostra salute?

Agenti inquinanti in frutta e verdura: pesticidi

I pesticidi sono le sostanze più conosciute ed accusate quando si parla di sicurezza alimentare. Ma cosa sono in realtà? I pesticidi comprendono erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti e contengono almeno una sostanza attiva. La loro funzione è quella di mantenere in salute le piante e allontanare malattie e infestazioni. Vengono utilizzati principalmente nelle colture convenzionali. Ma cosa resta di questi pesticidi nel prodotto finale? E, soprattutto, le autorità competenti stanno davvero tutelando il consumatore proteggendolo da eventuali rischi che possano compromettere la sua salute?

La denuncia di PAN Europe

PAN Europe (Pesticide Action Network) è un insieme di organizzazioni non governative che si battono per la sostenibilità contro l’utilizzo di pesticidi che possono alterare il metabolismo ormonale umano. Secondo PAN Europe, frutta e verdura sarebbero soggette a residui di pesticidi che il consumatore non sa di mangiare. Queste sostanze potrebbero provocare, per esempio, una riduzione della fertilità, alcuni tipi di tumore, diabete, obesità o compromettere il sistema ormonale. Ciò che ci dovrebbe allarmare maggiormente è proprio l’effetto cocktail, cioè l’insieme di sostanze chimiche, come pesticidi e interferenti endocrini, che quotidianamente ingeriamo inconsapevolmente.

Con il Regolamento 2009, entrato in vigore nel 2011, l’Europa ha vietato l’utilizzo di pesticidi che causano danni al sistema ormonale umano. Nel 2012, l’Ocse ha posto una serie di test scientifici per analizzare gli alimenti e comprovare la loro conformità a questo Regolamento. Secondo l’ultimo rapporto di PAN Europe, dal 2011 ad oggi, l’Europa ha approvato l’uso di oltre 100 pesticidi senza verificarne il potenziale interferente endocrino. PAN Europe ha poi dimostrato che, nella maggior parte dei casi, la Commissione addetta all’esaminazione dei prodotti ha ignorato queste regole e si è limitata a chiedere al produttore informazioni sui loro pesticidi. Secondo PAN Europe, gli attuali standard di sicurezza europei non sono sicuri.

Concentrazioni di agenti inquinanti in frutta e verdura

L’EFSA, European Food Safety Authority, valuta i rischi per la salute del consumatore attraverso rigorosi controlli sul territorio europeo. Secondo l’EFSA, gli alimenti con maggior concentrazione di residui di pesticidi sono la lattuga, i pomodori, i cetrioli, le mele, le pesche, i peperoni e le fragole. Altroconsumo ha analizzato 89 campioni di frutta e verdura ed ha attestato che circa la metà (41) contiene agenti inquinanti, come i pesticidi. Nove di questi vietati nel nostro paese perché superano i limiti di legge. GreenPeace, invece, ha pubblicato l’analisi sulle mele acquistate in 11 paesi europei ed è risultato che ben l’83% era contaminato da residui di pesticidi. Queste sostanze chimiche ci dovrebbero allarmare non solo perché hanno effetti tossici, ma anche perché sono biocumulabili. L’organismo non riesce ad espellerle completamente e mangiandole quotidianamente finiscono per accumularsi provocando danni nel lungo periodo.

Micro e nanoplastiche

Sappiamo davvero cosa mangiamo? L’impatto ambientale della plastica, in qualche modo, ci si sta ritorcendo contro? Ormai è un quesito sempre più frequente ed è noto da tempo quanto sia importante trovare valide alternative ecosostenibili. Un primato del tutto italiano arriva dal gruppo del Laboratorio di Igiene Ambientale e degli Alimenti dell’Università di Catania. Questa ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Research, riporta dati preoccupanti sulla concentrazione di microplastiche presenti in frutta e verdura. Si tratta di una contaminazione variabile, con dimensioni medie da 1,51 a 2,52 micron e range quantitativo medio di 223mila (frutta) e 97800 (verdura). Un dato davvero allarmante, considerando che l’impatto dei rifiuti plastici rappresenta un problema a livello mondiale, ma l’EFSA e la Commissione Europea stanno andando nella giusta direzione. Stanno, infatti, muovendo i primi passi per valutare la presenza di microplastiche negli alimenti e gli eventuali rischi per la salute dei consumatori.

Agenti inquinanti dell’aria

Si è discusso molto sul fatto che frutta e verdura possano essere contaminate dagli agenti inquinanti dell’aria. Secondo la Cassazione, sentenza n. 6108/14 del 10 febbraio 2014, è condannabile il commerciante che vende merce esposta agli agenti inquinanti dell’aria, senza assicurare l’idonea conservazione degli alimenti. Si tratta di una legge definita a più riprese e, ad oggi, il cattivo stato di conservazione costituisce un reato. Esporre gli alimenti agli agenti atmosferici e ai gas di scarico dei veicoli potrebbe arrecare danni alla salute del consumatore, anche se in realtà non è stato comprovato da test scientifici. Secondo questa legge, i prodotti devono essere conservati con norme igieniche idonee alla natura dell’alimento in questione.

Come si può tutelare il consumatore?

L’utilizzo dei pesticidi e le varie norme varate dalle autorità competenti, giuste o sbagliate che siano, non dipendono dal consumatore. D’altra parte, però, il consumatore si può tutelare con degli accorgimenti e soprattutto compiendo scelte consapevoli e responsabili.

Lava frutta e verdura con cura

Innanzitutto, frutta e verdura vanno lavate con attenzione e con prodotti appositi, considerando che a volte l’acqua non basta. Una valida alternativa sarebbe sbucciarle, dato che molti agenti inquinanti sono presenti nella parte esterna dell’alimento. Nel caso di alcuni pesticidi, però, pulizia e togliere la buccia non sono abbastanza in quanto penetrano fino alla polpa. In questi casi, la soluzione migliore è affidarsi ai prodotti biologici. Grazie ai rigorosi controlli sul bio, possiamo essere certi al 100% che questi alimenti non siano contaminati da alcun tipo di agente chimico.

Evita agenti inquinanti mangiando di stagione

Per essere certi della purezza della frutta e verdura che mangiamo, assicuriamoci di non mangiare frutta fuori stagione poiché coltivata in serra. La coltivazione in serra implica l’impiego di prodotti chimici, per mantenere le piante forti. Quelle costrette a crescere al di fuori dei loro cicli biologici naturali, infatti, sono più deboli e per questo sottoposte a dosi di fitofarmaci (erbicidi, diserbanti, pesticidi ecc.).

Mangia frutta e verdura a km0

Nel mondo globalizzato in cui viviamo, spesso ci troviamo a mangiare cibo proveniente da una filiera con un grande numero di attori ed intermediari. Il mantenimento della grande distribuzione, però, comporta non soltanto un alto impatto ambientale ma anche un importante incidenza sulla qualità di ciò che mangiamo. Per garantire l’intensità dei processi industriali nella società consumistica odierna, infatti, l’utilizzo di agenti chimici inquinanti e pressoché indispensabile.